Il cupping è un’antichissima pratica della medicina tradizionale antica. Una cura antica ma decisamente molto attuale. I cinesi usavano la coppettazione, 1500 anni prima di Cristo ma in Occidente la utilizzavano già gli Egizi e poi i Greci.
In Italia era decisamente una tecnica poco conosciuta, ma a portarla alla ribalta della cronaca, sono stati alcuni atleti dei giochi olimpici, soprattutto sono stati i nuotatori americani, compresa la star Phelps. In molti sostengono che questa pratica, sia inutile, al massimo un effetto placebo, una moda delle star altri addirittura parlano di doping, ma vediamo nello specifico di cosa stiamo parlando.
Cupping, una tecnica semplice
Il cupping è una terapia molto semplice, che prevede l’applicazione di ventose di plastica o di vetro, riscaldate per creare il vuoto, stimolando i capillari. In questo modo si dovrebbe avere un miglioramento della circolazione del sangue, eliminando la tensione muscolare.
La teoria che sta’ dietro il cupping, afferma che dobbiamo agire sui flussi energetici del corpo, riportandoli in equilibrio. Per ottenere questo, dobbiamo agire attraverso la stimolazione della circolazione sanguigna e linfatica.
Come si crea il vuoto nelle coppette?
La creazione del vuoto è ovviamente alla base della tecnica del cupping, ogni coppetta deve aderire in un punto specifico del corpo del paziente. Per creare il vuoto all’interno della coppetta, si utilizza un fiammifero grande, che brucerà l’ossigeno contenuto al suo interno. Al momento è stato creato un metodo a freddo, utilizzando un aspiratore meccanico, che elimina il rischio di scottature.
Le coppette vengono lasciate dai 5 ai 10 minuti e dovremo fare sedute con cadenza regolare, solitamente settimanali o per i casi più acuti anche quotidiane.
Abbiamo due tecniche per l’utilizzo del cupping, che dipendono dall’obiettivo terapeutico che dobbiamo raggiungere. Nella prima si mantengono fisse le coppette su alcuni punti, mentre nella seconda abbiamo un vero e proprio massaggio. Le coppette vengono fatte scivolare sulla pelle, grazie all’applicazione di olio di sesamo, di cocco o di oliva, facendo un massaggio.